Page 174 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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156 S. Bisconti, T. Farroni

media l’elaborazione fonetica fosse stata confermata, tutti i bambini avrebbero
dovuto elaborare gli stimoli linguistici e non linguistici reclutando le aree
deputate all’elaborazione fonetica, come il giro temporale superiore e la
corteccia frontale inferiore. I bambini bilingui avrebbero dovuto mostrare una
più grande attività nell’area frontale a differenza dei bambini monolingui data la
necessità di usare un maggiore sforzo cognitivo per elaborare due lingue. Se
l’ipotesi ‘linguaggio specifica’ fosse stata invece vera, una differenza nel
reclutamento neurale in risposta a stimoli linguistici e non linguistici sarebbe
dovuta essere evidente nei due gruppi e nel periodo di sviluppo. I risultati dello
studio hanno dimostrato che i soggetti monolingui e bilingui reclutavano le
stesse aree del linguaggio osservate negli adulti, come il giro temporale superiore
sinistro (coinvolto nell’elaborazione fonetica) e la corteccia frontale inferiore
(coinvolta nella ricerca e nel recupero dei significati e nell’elaborazione sintattica
e fonologica). Tuttavia, l’attivazione del giro temporale sinistro fu osservata nei
soggetti più giovani e rimaneva stabile nel tempo, mentre la corteccia frontale
inferiore sinistra mostrò un incremento dell’attivazione nei bambini più grandi.
Inoltre, una differenza fu osservata nei bilingui più grandi in risposta ai contrasti
fonetici non-nativi, mentre i monolingui più grandi non erano in grado di fare
tale discriminazione. Gli autori descrissero tale risposta come una dimostrazione
della ‘Perceptual Wedge Hypothesis’. Tale ipotesi sostiene che la capacità di
discriminare/percepire diventa sempre più attenuata con la crescita perché i
soggetti non sono più esposti a stimoli rilevanti. Per questo motivo, l’esposizione
a più di una lingua potrebbe alterare l’elaborazione neurale e del linguaggio e
potrebbe suggerire un vantaggio per chi usa più lingue.
Il contributo della fNIRS nel corso dello sviluppo del linguaggio ha
riguardato anche l’apprendimento della lettura. La risposta emodinamica è
stata investigata da Safi et al. (2012) durante la lettura di parole irregolari e di
non-parole. Tale studio si prefiggeva di investigare due tipi di elaborazione
nella lettura delle parole: la via lessicale elabora globalmente la parola
attivando il lessico e le conoscenze semantiche mentre la via fonologica
(sublessicale) elabora lo stimolo linguistico attraverso la conversione dei
grafemi in fonemi. La via lessicale costituisce la via principale nella lettura
delle parole mentre la via fonologica si attiverebbe nella lettura delle non-
parole o parole nuove. I risultati dello studio hanno messo in luce che il giro
frontale inferiore, il giro temporale superiore e medio e la corteccia occipitale
bilaterale si attivavano sia in risposta alle non-parole sia in risposta alle parole
irregolari. Tuttavia, nel giro frontale inferiore bilaterale, l’attivazione era
maggiore durante la lettura delle non-parole rispetto alla lettura delle parole
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