Page 176 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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158 S. Bisconti, T. Farroni

delle parole che iniziano con una stessa lettera dipende dalla capacità strategica
di trovare termini che abbiano una corrispondenza lessicale con gli stimoli
fonetici, mentre la generazione semantica dipende dalla capacità strategica di
individuare parole che abbiano un significato in comune. Ai soggetti era chiesto
di generare più parole possibili che appartenessero a una categoria semantica o
che iniziassero con uno stesso fonema. I risultati dello studio mostrarono una
parziale dissociazione dell’area attivata riguardo al compito usato. Infatti, l’area
frontotemporale era attivata sia per il compito di fluenza semantico sia per il
compito di fluenza fonemico, mentre la corteccia anteriore e superiore erano
esclusivamente attivate in risposta al compito di fluenza fonemico. Sulla base di
tali risultati, gli autori affermano che le regioni temporali formerebbero la base
funzionale per il sistema semantico, mentre le aree frontali, come il giro frontale
inferiore, sarebbero importanti per l’elaborazione fonetica e semantica del
linguaggio. Inoltre, l’analisi della lateralizzazione evidenziava una più
pronunciata predominanza dell’emisfero sinistro in risposta al compito
semantico. Questa conclusione è in linea con il risultato trovato da Bisconti et al.
(2012) durante un compito di fluenza verbale fonemica nella corteccia
frontopolare. Infatti, nessuna lateralizzazione appariva evidente durante il
compito nella risposta emodinamica a livello di gruppo, sebbene un pattern
disomogeneo fosse presente quando la predominanza emisferica era analizzata a
livello del singolo soggetto.
Com’è stato in precedenza spiegato, durante l’acquisizione del linguaggio il
cervello diventa sempre più specializzato nella percezione dei suoni o dei
fonemi della lingua madre. Come risultato della maturazione e dell’esperienza
linguistica, gli adulti parlano in maniera competente la lingua madre, ma fanno
fatica a discriminare i fonemi di altre lingue. In uno studio di Kovelman et al.
(2011), l’abilità nel discriminare i suoni della lingua madre o di una lingua
acquisita furono confrontati e analizzati. Agli adulti di madrelingua inglese fu
chiesto di discriminare fonemi che erano simili (Tagalog /na/-/ŋa/) o che
differivano da quelli della lingua inglese (Ndebele /k||i/-/k!i/). I risultati dello
studio dimostrarono che la regione frontale inferiore sinistra mostrava
un’attivazione solo durante la condizione in cui i soggetti ascoltavano i fonemi
simili a quelli della lingua madre, ma tale pattern di risposta non si verificava
quando i soggetti sentivano i fonemi differenti.
L’abilità di cambiare lingua in base alla situazione più appropriata è stata
studiata nei soggetti bilingui. In base agli studi di neuroimmagine sembra che la
capacità di cambiare linguaggio dipenda dalle funzioni esecutive, piuttosto che
dalle aree specializzate nel linguaggio. Nel lavoro di Kovelman et al. (2009),
furono esaminati soggetti bilingui che conoscevano la lingua inglese e il
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