Page 170 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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152 S. Bisconti, T. Farroni

infanti in maniera limitata allo studio del sonno, a soggetti molto giovani o sotto
sedazione. Per le ragioni esposte, la fNIRS invece può essere applicata con
successo nei bambini. Gli infanti che partecipano agli studi fNIRS hanno
generalmente un buon livello di movimento mentre osservano o ascoltano gli
stimoli cognitivi stando sopra le gambe della madre o dello sperimentatore. La
fNIRS può essere applicata in maniera combinata con altre tecniche come
l’elettroencefalografia (EEG), la risonanza magnetica funzionale (fMRI), la
magnetoencefalografia (MEG), la tomografia a emissione di positroni (PET) o
potenziali evento-relati (ERP). La strumentazione fNIRS è relativamente poco
costosa e trasportabile. Attualmente gli strumenti fNIRS wireless offrono la
possibilità di poter studiare la risposta emodinamica in contesti sempre più
vicini alla realtà e legati alla vita quotidiana.
Tale tecnica sperimentale mostra tuttavia dei limiti. Innanzitutto è possibile
studiare solo la struttura corticale e non le strutture anatomiche sottocorticali come
nell’fMRI. Sebbene la fNIRS abbia una migliore risoluzione spaziale rispetto
all’EEG, essa non è abbastanza elevata (~ 1 cm) e consente una ricostruzione
bidimensionale delle attivazioni corticali. Diversamente dalle tecniche di
neuroimmagine che sono in grado di produrre mappe estese del cervello, le
rappresentazioni dell’attività emodinamica monitorata dalla fNIRS è ristretta alle
regioni corticali investigate e al numero di canali usati. Inoltre l’uso di fibre ottiche
possono essere spesso pesanti e limitare lo spazio di movimento del soggetto che
non va oltre la loro lunghezza. La mancanza di standardizzazione nell’analisi e
nell’interpretazione dei dati limita il confronto dei risultati fNIRS. Inoltre il segnale
generato dai tessuti extracerebrali è difficilmente distinguibile da quello originato
dall’attività cerebrale (Quaresima et al. 2012).



2. La fNIRS nello studio del linguaggio
I diversi vantaggi che la fNIRS offre nello studio del linguaggio hanno consentito
di approfondire ampliamente i correlati neurali di tale funzione cognitiva e il suo
sviluppo. Sebbene l’EEG e la MEG siano state le tecniche di eccellenza nella ricerca
neurolinguistica, soprattutto perché possiedono un’alta risoluzione temporale in
grado di cogliere l’attività cerebrale durante l’elaborazione d’input linguistici,
queste tecniche appaiono meno affidabili nel localizzare la risposta a causa della
loro bassa risoluzione spaziale. Diversamente dalla fMRI, l’applicazione della
fNIRS nello studio dello sviluppo del linguaggio risulta essere molto importante,
in primo luogo per la sua tolleranza agli artefatti da movimento che le consente di
valutare i soggetti anche durante una conversazione. In secondo luogo, essendo la
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