Page 109 - Fabio Gasti (a cura di), Seneca e la letteratura greca e latina. Per i settant’anni di Giancarlo Mazzoli, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Il significato politico dell’Hercules Furens
*
e dell’Hercules Oetaeus di Seneca

Eckard Lefèvre, Albert-Ludwigs-Universität Freiburg
eckard.lefevre@altphil.uni-freiburg.de




Abstract: The article argues for a political interpretation of Hercules Furens.
Nero stands behind the figure of Hercules. Nero’s personal relationship with
this mythological figure will be discussed. As Seneca narrates the story,
Hercules falls to the depths due to a lack of moderation; but after listening to
friends’ advice he determines to live on. In Hercules Oetaeus (which,
according to R.G.M. Nisbet, 1987, p. 250, should be dated shortly before
Seneca’s death) Seneca once more depicts Hercules as an immoderate
character. In this case, however, death does not escape him. It is clear that
Hercules Oetaeus, in all probability never completed, was not recited in
public, but aimed to present a Nero that had not changed to Seneca’s friends.

Keywords: Hercules Furens, Hercules Oetaeus, Political and philological
context, Chronological problems




A ragione la tragedia di Seneca è stata sempre indicata come filosofica, ma essa è per una
parte essenziale anche tragedia politica. Basta mettere le une accanto all’altra l’Atreo e il
Tieste di Emilio Scauro e di Curiazio Materno, che avevano ferito i sentimenti dei
potenti, e il Tieste di Seneca, il cui eroe è il tiranno ǔNjǞ’ȱǘǙǡ˚Ǘ Atreo, per riconoscerne
la radice comune. Certo, molte opere teatrali di Seneca sono con leggere variazioni
dirette in tyrannos. Indubbiamente grandi posizioni si adattano a dire grandi verità; il
potente è indubbiamente da un punto di vista morale particolarmente minacciato,
eppure ciò non basta da solo a chiarire perché Seneca, in contrasto con la sua opera
filosofica, si occupi nelle tragedie in prevalenza del tyrannus, da lui distinto nettamente
nel De clementia come tipo degenerato di monarca dal rex di impronta stoica. Dà da
pensare il fatto che la praetexta Octavia – in questo caso la questione dell’autenticità
non gioca alcun ruolo – mostri Nerone come il tiranno vero e proprio, fratello del
prototipo Atreo.


* La prima parte sull’Hercules Furens riproduce una conferenza tenuta nel 1999 a Palermo su invito del Prof.
Giusto Picone. La seconda parte sull’Hercules Oetaeus riproduce quella per il convegno senecano di Pavia su
invito del Prof. Fabio Gasti. Desidero ringraziare entrambi i colleghi per la possibilità offertami di pubblicare
le due parti in un unico contributo. Le relazioni vengono stampate senza modifiche, integrate soltanto con
poche note. Ringrazio cordialmente la Prof.ssa Maria-Raffaella Petaccia (Roma) dell’ottima traduzione
italiana. Il testo di Seneca è citato secondo le edizioni di Giardina (1966).

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