Page 11 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Maupertuis scienziato e filosofo del vivente

dalle scienze della vita. I problemi matematici e fisici, che erano stati al centro degli
interessi delle migliori menti europee (pensiamo solo a Leibniz, Bernoulli, Newton),
sbiadirono di fronte alla nuova scienza del vivente, rappresentata da personaggi come
von Haller, Réaumur, Buffon, Trembley, Bonnet: uomini che in pochi anni, insieme al
più giovane e brillante Lazzaro Spallanzani (1729-1799), getteranno le basi della mo-
derna biologia sperimentale.
Fu questo un mutamento di interesse scientifico che presenta una certa analogia
con ciò che avverrà quasi due secoli dopo, nella prima metà del Novecento, quando i
fisici lasceranno i riflettori della ribalta a scienziati come Pauling, Perutz, Crick,
Monod, e tanti altri che apriranno la via alla biochimica, alla biofisica e alla biologia
molecolare. Non è infatti casuale che in quel periodo proprio un matematico e fisico,
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Erwin Schrödinger (1887-1961), pubblichi What is Life? (1944), una breve opera nella
quale il celebre scienziato austriaco elabora un’illuminante trattazione, dagli accenti a
volte profetici, di ciò che è avvertito come il nuovo problema della scienza: la
comprensione delle basi molecolari della vita.
Nell’età dei Lumi, la classificazione delle piante e degli animali, compiuta
soprattutto da Carl Nilsson Linnæus (1707-1778) nel suo Systema Naturæ (1735-1758),
stimolò la ricerca e la descrizione di nuove specie provenienti dai vari paesi
extraeuropei. Cominciarono inoltre ad apparire sia brevi ma accurate descrizioni delle
scoperte microscopiche, sia sontuose opere enciclopediche e monografiche: in tale
ambito si cimentarono con particolare successo editoriale Georges-Louis Leclerc conte di
Buffon (1707-1788) che, tra il 1749 e il 1789, pubblicherà la celebre Histoire naturelle
générale et particulière in trentasei volumi, e l’entomologo René Ferchault de Réaumur
(1683-1757) con la sua splendida opera, in sei volumi, Mémoires pour servir à l’histoire
des insectes (1734-1742).
Già verso la fine del Seicento, i naturalisti avevano cominciato a osservare stupe-
fatti il nuovo mondo dei microorganismi (anche grazie alla costruzione di microscopi
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sempre più efficienti) e, con metodo galileiano, a muovere i primi incerti passi sul
terreno della reale sperimentazione scientifica. Ma si dovrà attendere il volgere della
prima metà del Settecento per scorgere in loro il consapevole desiderio di delineare una
nuova storia della creazione: una histoire naturelle fondata sulla diretta osservazione
della natura e sul convincimento che la comprensione dei fenomeni naturali fosse alla
portata della sola ragione umana. Un atteggiamento questo che avrebbe presto portato i
naturalisti a eludere e spesso criticare, più o meno apertamente, la fino ad allora indi-
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scussa autorità dei testi sacri e degli scritti degli antichi filosofi.


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E. Schrödinger, What Is Life? The Physical Aspect Of The Living Cell. Mind And Matter (1944),
tradotto in italiano da Mario Ageno nel 1947 (Schrödinger 1947).
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Così, il 30 settembre 1682, Francesco Redi scrive all’amico Jacopo del Lapo: «Chi vuol ritrovar la
verità, non bisogna cercarla a tavolino sui libri, ma fa di mestiere lavorar di propria mano, e veder le cose
con gli occhi proprij» (Redi 1728, p. 134).
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A tale proposito si pensi al primo volume dell’Histoire naturelle di Buffon, intitolato Théorie de la
Terre (1749). Le tesi geologiche sostenute in quell’opera vennero considerate dai teologi della Sorbona
non conformi ai testi biblici e pertanto eretiche. Buffon fu quindi invitato a sottoscrivere un formale atto di
abiura. Cfr. Roger (1997, pp. 186-188).
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