Page 128 - Fabio Gasti (a cura di), Seneca e la letteratura greca e latina. Per i settant’anni di Giancarlo Mazzoli, Pavia, Pavia University Press, 2013
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116 Eckard Lefèvre

ubi morbus, ubinam est? estne adhuc aliquid mali
in orbe mecum? veniat, huc aliquis mihi 1400
intendat arcus: nuda sufficiet manus.
procedat agedum.

Anche Nerone non era in grado di seguire le indicazioni di Agrippina. Infatti egli
continuò nel suo accecamento. Se l’Oetaeus fu scritto dopo il 59 e Alcmena rimanda ad
Agrippina, i versi in cui la madre teme che Ercole possa nel suo furor tirare nuovamente
con l’arco (sui parenti) (vv. 1404-1406), potevano evocare negli ascoltatori brutti ricordi,
soprattutto quando Alcmena continua (vv. 1409-1412):

obire forti meruit Alcmene manu:
vel scelere pereat, antequam letum mihi 1410
ignavus aliquis mandat ac turpis manus
de me triumphat.

La morte di Alcmena per mano di Ercole sarebbe uno scelus: come si potevano ignorare
le possibili allusioni?
Ovviamente è un’ulteriore tentazione supporre dietro Deianira Ottavia († 62) e dietro
Iole Poppea Sabina († 65) o Atte (che sopravvisse a Nerone). Entrambe le figure del mito
erano, come le prime due figure storiche, vittime del marito o dell’amante spietato. Ma
probabilmente l’Oetaeus non è un’allegoria che si spinge fin nei particolari.
Nisbet considera l’Oetaeus un’opera di Seneca e lo data «shortly before Seneca’s
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death in 65». Lo studioso – come già Herzog – vede nel finale ai vv. 1992-1994
un’allusione a Nerone:

et si qua novo belua vultu
quatiet populos terrore gravi,
tu fulminibus frange trisulcis:

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Farnabius, Herzog e Nisbet intendono belua come tiranno. In queste interpretazioni
Ercole verrebbe visto come dio liberatore, che secondo Herzog e Nisbet dovrebbe
proteggere Roma da un tiranno come Nerone. «Man meint so etwas wie
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Verschwörerstimmung zu spüren». «Seneca had no longer the need to be circumspect».
Tali studiosi presuppongono una velata dichiarazione antineroniana (belua = Nerone). Se
ciò fosse vero, c’è da chiedersi come questo potrebbe conciliarsi con l’interpretazione
proposta che vede dietro il personaggio di Ercole Nerone. Sarebbe come dire: il coro prega
‘Nerone’ morente, come potente dio in cielo, di fare in modo che Roma venga risparmiata

82 Nisbet (1987, p. 250; 1990, p. 109: «very late»).
83 «Monstrum, tyrannus» (Farnabius 1676, p. 334).
84 «Wenn Seneca von einer belua spricht, so mag daran erinnert werden, dass Seneca den Prototyp der
römischen Tyrannen, Caligula, in de ira III 19, 3 […] eben mit der Bezeichnung belua beehrt hat» (Herzog
1928, p. 101).
85 «Sensible men regarded Hercules as a saviour not because he protected them from animals but because he
destroyed tyrants (Dio Chrys. 1. 84)»: Nisbet (1987), p. 250.
86 Herzog (1928, p. 101), che data l’Oetaeus negli ultimi anni di vita di Seneca.
87
Nisbet (1987, p. 250).

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