Page 30 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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12 M. Vernice

stato colpito da un tifoso’) (Bock 1986). Le immagini target sono disegnate in
modo tale da poter essere descritte dal partecipante usando entrambe le forme
sintattiche (attivo o passivo; ‘Il bambino bagna il cane’ oppure ‘Il cane è bagna-
to dal bambino’). I risultati di questi esperimenti suggeriscono che i parteci-
panti tendono a descrivere il target con un attivo dopo aver letto un prime atti-
vo, e con un passivo, dopo essere stati esposti a una frase prime passiva. La
letteratura sul priming sintattico suggerisce pertanto che i processi implicati
nella produzione del linguaggio siano soggetti a un apprendimento implicito
di specifiche forme strutturali (Chang et al. 2000).



6.2. Self-paced reading

In questo paradigma sperimentale i lettori devono determinare la velocità con
cui il materiale scritto (parole singole o parti della frase) è presentato sullo
schermo. Lo sperimentatore misura la velocità con cui il lettore legge una unità
della frase e passa alla successiva. La procedura dell’esperimento prevede che il
lettore sieda davanti allo schermo e schiacci la barra spaziatrice o il mouse. A
ogni click della barra (o del mouse) viene rivelata sullo schermo una nuova unità
della frase. È possibile per il partecipante vedere la frase o parola per parola o
una struttura frasale per volta, come indicato nella tavola 3.


Le modelle-------------- ---- -- ------------ -- ------------- ---- ------- ----- ----- ----------------------
--- ---------- che il giornalista -- ------------- ---- ------------------ ----- ----- -----------------------
--- --------- ---- -- ----------------- ha incontrato ---- ------- ----- ----- -------------------------------
--- --------- ---- -- ------------ -- -------------------- alla sfilata ------------------------- ---------------
--- --------- ---- -- ------------ -- --------------------------- ---- -------------- sono state intervistate


Tavola 3.

La variabile dipendente è rappresentata dal tempo impiegato per leggere una
unità di frase (parola o parte di frase, come nel nostro esempio) e a passare alla
successiva. Tempi maggiori di lettura su un’unità verbale indicano una mag-
giore elaborazione e costi cognitivi nel compito di integrazione dell’unità ap-
pena letta nella frase.
Naturalmente un metodo molto più sensitivo del tempo di lettura e delle
eventuali regressioni che compie l’occhio nell’elaborare una singola parola
all’interno di una struttura frasale complessa è l’eye-tracking. Si tratta infatti di
una metodologia che offre dati più naturali rispetto al self-paced reading, dal




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