Page 123 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
P. 123

















La neuropsicologia del linguaggio: il contributo della patologia 105

sono gli studi che hanno riportato dissociazioni nella capacità di utilizzare verbi
e nomi (Damasio, Tranel 1993). Lo studio della sede della lesione in pazienti con
disturbi selettivi per categoria ha dimostrato la presenza di lesioni differenti,
correlate con i diversi quadri clinici. Nel caso dei pazienti con disturbi selettivi per
categoria semantica, i deficit per le entità biologiche si associano di regola a lesioni
del lobo temporale, spesso bilaterali e con estensione alle regioni anteriori. Se ad
essere selettivamente interessate sono le entità non biologiche, in genere gli u-
tensili, la sede della lesione è spesso (anche se non invariabilmente) unilaterale
sinistra, nelle aree temporoparietali (Gainotti 2000). Nel caso della dissociazione
nomi-verbi, la correlazione più frequentemente (anche se non costantemente)
riscontrata è tra lesioni frontali o frontoparietali sinistre per i verbi, lesioni tem-
porali per i nomi (Cappa, Perani 2003). Questi risultati lesionali sono stati inter-
pretati come supporto alle teorie che propongono un ruolo importante delle re-
gioni sensorimotorie nei processi di elaborazione semantica lessicale o non-
lessicale (Binder, Desai 2011). Nel caso dei verbi, ad esempio, il frequente riferi-
mento all’azione sarebbe in relazione al coinvolgimento di aree motorie e/o pre-
motorie nelle lesioni con pazienti con deficit selettivo. Anche in questo caso gli
studi su soggetti normali con i metodi di neuroimmagine funzionale hanno fornito
ulteriori contributi alla comprensione delle basi neurali dei deficit specifici per
categoria, dimostrando, ad esempio, l’attivazione di aree motorie e/o premotorie
durante compiti puramente verbali, come la denominazione o la decisione lessica-
le (Cappa 2012).
Un analogo processo di convergenza tra i dati lesionali e i risultati delle in-
dagini funzionali in soggetti normali si è osservato anche in altre aree di indagi-
ne neurolinguistica, dalla percezione del linguaggio alla elaborazione sintattica.
Vale la pena di sottolineare come i dati forniti dagli approcci differenti non costi-
tuiscano una semplice conferma, ma manifestino una continua tensione, che por-
ta spesso alla necessità di rivedere ipotesi precedenti, basate su singole fonti di
evidenza. Basti pensare, a titolo di esempio, alla profonda revisione del ruolo
dell’area di Broca nelle funzioni linguistiche, da ‘centro dell’espressione’ a com-
ponente di complesse reti neurali coinvolte in aspetti specifici della elaborazione
fonologica, lessicale e morfosintattica (Friderici, Gierhan 2013).
In conclusione, nonostante gli sviluppi delle tecniche di indagine del fun-
zionamento cerebrale in condizioni di normalità, lo studio della patologia del
linguaggio mantiene inalterato il suo ruolo centrale nella ricerca sulla neurobio-
logia del linguaggio, sia come generatore di ipotesi che come terreno di verifica
di modelli psicolinguistici o neurofisiologici.






   118   119   120   121   122   123   124   125   126   127   128