Page 122 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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ni concettuali (parafasie verbali o semantiche). Gli studi di correlazione con la
sede della lesione in pazienti con lesioni vascolari hanno individuato correlazio-
ni relativamente specifiche. Lesioni delle aree poste all’intorno della scissura di
Silvio sono associate a deficit fonologici, mentre le lesioni in aree temporali o
parietali extrasilviane sono associate a errori di tipo semantico-lessicale (Cappa
et al. 1981). Il ruolo importante del lobo temporale di sinistra, in particolare nella
sua porzione anteriore, è stato confermato in tempi più recenti da una studio con
la tecnica VBLSM sopra citata (Schwartz et al. 2009). Inoltre, lo studio dei pazien-
ti affetti da malattie degenerative che colpiscono le aree del linguaggio (le cosid-
dette afasie primarie progressive) hanno confermato la distinzione tra i substrati
neurali del disturbo fonologico e lessicale-semantico, attraverso il confronto tra
la sede lesionale caratteristica di due forme cliniche differenti. I pazienti con va-
riante semantica presentano infatti un prevalente interessamento patologico del
lobo temporale, mentre i pazienti con variante logopenica presentano una com-
promissione temporo-parietale nelle aree perisilviane (Gorno-Tempini et al.
2004). La compromissione del sistema semantico che si osserva nei pazienti con
variante semantica non è limitata ai compiti verbali, ma si estende anche alla
semantica non-verbale, come dimostrato dalle prestazioni deficitarie in compiti
di accoppiamento non verbale di figure rappresentanti oggetti che appartengono
a differenti categorie semantiche. Queste correlazioni basate sulle osservazioni
cliniche sono state in seguito confermate da studi eseguiti sui soggetti normali
utilizzando tecniche quali la tomografia a emissione di positroni (PET) e la riso-
nanza magnetica funzionale (vedi Price 2012 per un’estesa revisione). Anche con
queste metodiche è possibile osservare, in compiti sia verbali che non verbali che
richiedono ai soggetti di accedere a conoscenze concettuali, un’estesa attivazione
del cervello, che coinvolge i lobi temporali ma si estende anche ad aree frontali e
parietali. Nel caso di compiti che impegnano in particolare l’accesso al lessico,
quale la decisione lessicale o la consapevolezza fonologica (giudizi di rima, seg-
mentazione), le attivazioni cerebrali coinvolgono le classiche aree del linguaggio
persilviane, in particolare le aree di Broca e di Wernicke.
Un importante ulteriore contributo allo studio delle basi neurologiche dei
processi di elaborazione semantico-lessicale è derivata da altre osservazioni cli-
niche, basate sullo studio di singoli casi con l’approccio della neuropsicologia
cognitiva (Shallice 1988). In particolare, alcune osservazioni hanno dimostrato la
possibilità che lesioni cerebrali colpissero in modo relativamente selettivo la ca-
pacità di produrre e/o comprendere parole riferite a specifiche categorie seman-
tiche, oppure appartenenti a diverse categorie grammaticali. Nel primo caso, i
primi disturbi selettivi sono stati verificati a livello della categoria delle entità
biologiche e degli artefatti (Warrington, Shallice 1984). Nel secondo, numerosi



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