Page 151 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Lo studio del linguaggio con la risonanza magnetica funzionale 133
Per esempio, nell’esperimento di Wallentin e colleghi (2011) descritto al
Paragrafo 2.3.1., in cui l’attività cerebrale durante l’ascolto di una storia per
bambini si correlava a rating di arousal e valenza per ogni frase, si è trovata
anche una correlazione fra i rating di arousal e una misura della variabilità del
battito cardiaco. Come ci si ricorderà, i risultati mostrano anche che maggiore
arousal era associato con un’attività BOLD più forte nelle regioni frontali e
temporali in genere associate all’elaborazione del linguaggio. La misura della
variabilità del battito cardiaco può aver contribuito a questa configurazione di
risultati.
Conclusione
In questo capitolo abbiamo descritto come la fMRI sia un metodo efficace per lo
studio della comprensione del linguaggio soprattutto per l’individuazione di
insiemi di regioni la cui attività si correla nello svolgimento di una certa
funzione. Abbiamo anche mostrato come la fMRI richieda metodi di analisi dei
dati piuttosto complessi. Poiché la tecnica è ancora in fase di sviluppo, le scelte
del ricercatore in certe fasi dell’analisi dei dati sono talvolta arbitrarie e possono
portare a inesattezze come, per esempio, nel caso dello smoothing o della
registrazione a uno spazio anatomico comune.
Abbiamo anche messo in luce come l’interpretazione dei risultati di un
esperimento di fMRI sul linguaggio possa presentare delle difficoltà. Queste
emergono dal fatto che le stesse configurazioni di attività possono riflettere
un’ampia gamma di processi non solo linguistici. Fra questi abbiamo evi-
denziato i processi associati, cioè quei processi che accadono simultanea-
mente alle computazioni propriamente linguistiche, e i processi di base, cioè
quei processi che svolgono le stesse funzioni o funzioni analoghe anche in
ambiti non linguistici. Questo suggerisce che la corrispondenza fra le fun-
zioni cognitive e il loro svolgimento da parte dei network cerebrali spesso non è
biunivoca. È pertanto nostra opinione che una conoscenza più approfondita dei
sistemi cerebrali coinvolti nella comprensione del linguaggio e in altre funzioni
(quale si sta ottenendo in questi anni grazie alla fMRI e alle altre tecniche di mi-
sura dell’attività cerebrale) porterà ad una riorganizzazione concettuale almeno
parziale delle categorie funzionali definite dalla psicolinguistica e dalla psicologia.