Page 130 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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112 G. Egidi, U. Hasson
1.2. La fMRI rispetto ad altre tecniche di misura dell’attività cerebrale
La fMRI permette di rispondere a domande molto diverse rispetto alle altre tecniche
che misurano l’attività cerebrale. Rispetto a tecniche come l’elettroencefalografia
(EEG o ERP) e la magnetoencefalografia (MEG), la fMRI presenta una minore
risoluzione temporale ma una maggiore risoluzione spaziale. Ciò significa che,
mentre EEG e MEG permettono di misurare il verificarsi di scariche neurali
nell’ordine di decine di millisecondi, la fMRI permette di vedere il risultato di
quest’attività con un forte ritardo. Non solo il segnale BOLD registra 1 o 2
secondi di attività cerebrale per volta, ma raggiunge anche un picco massimo in
risposta all’attività cerebrale con un ritardo di circa 4 secondi. Se perciò
l’interesse del ricercatore è, per esempio, quello di studiare se una certa
incongruenza semantica in una frase viene già registrata a livello cerebrale 400
millisecondi dopo la presentazione della parola che crea l’incongruenza, la
tecnica da usare non è certamente la fMRI, ma l’EEG.
Tuttavia, mentre EEG e MEG riescono a dare informazioni per una
localizzazione della zona in cui l’attività cerebrale si svolge con un errore di
diversi centimetri, la risonanza magnetica ne dà una molto più accurata, in cui
l’errore varia da un minimo di pochi millimetri a un massimo di circa un
centimetro. Per cui, se l’interesse del ricercatore è, per esempio, quello di
scoprire se incongruenze semantiche e sintattiche coinvolgono le stesse porzioni
del giro frontale inferiore o del solco temporale superiore, le tecniche da usare
non sono l’EEG o la MEG ma la fMRI. Recentemente si sta sviluppando anche
una tecnica che combina la registrazione simultanea di dati di EEG e di fMRI,
permettendo così di usufruire contemporaneamente della buona risoluzione
temporale dell’una e della buona risoluzione spaziale dell’altra (Mullinger,
Bowtell 2011; Rosenkranz, Lemieux 2010).
Rispetto alla tomografia a emissioni di positroni (PET), altra tecnica di
neuroimmagine con risoluzione spaziale maggiore di EEG o MEG, la fMRI
presenta una risoluzione spaziale ancora maggiore, è meno invasiva perché non
richiede l’ingestione o l’iniezione di un liquido di contrasto, ed è più veloce in
quanto il segnale registrato non dipende dai tempi di assorbimento del liquido
di contrasto. La fMRI offre anche una risoluzione temporale lievemente
maggiore e permette di implementare disegni sperimentali più variati.
Infine, rispetto alla stimolazione magnetica transcranica (TMS), la fMRI è
meno efficace per capire se una certa regione ha un ruolo indispensabile o
epifenomenico nello svolgere un particolare compito sperimentale. La fMRI offre
però la possibilità di registrare l’attivazione all’unisono di più regioni cerebrali,
evidenziando così reti neurali (usualmente chiamate network funzionali o solo